La Rinascita della Democrazia Cristiana, Cuffaro: “Oggi ci sono tanti sciacalletti e iene, vero esimio De Luca e caro Lombardo”

“So perfettamente che la Democrazia Cristiana che abbiamo rifatto, purtroppo, non è quella di Moro, Fanfani, Andreotti, Mannino, Mattarella e Nicolosi e neanche quella di Aldisio e di Alessi e, per fortuna, neanche quella di Lombardo e di Cuffaro, ne siamo consapevoli e non pensiamo affatto di volerci paragonare a quella DC. Ma mi chiedo e chiedo a Lombardo: questi padri della Dc avrebbero mai scelto di stare con la Lega? Io penso che starebbero con la Dc nel Ppe ed è lì, caro Lombardo, che noi della DC andremo alle prossime elezioni.” a parlare in una nota il segretario nazionale della Democrazia Cristiana Salvatore Cuffaro che prosegue;
“La Democrazia Cristiana che stiamo costruendo vuole essere nuova nelle persone, nella cultura e nel modo di pensare e di rapportarci con le persone e gli elettori. Se ne faccia una ragione Lombardo, non sarà certo lui a sentenziare se siamo legittimati a proseguirne la storia e a custodirne i valori, lo stanno già facendo gli elettori e sono tanti, ed è proprio questo quello che lo disturba. Permane, però, nei nostri cuori l’essenza più sincera dell’esistenza e la convinzione di una partecipazione moderata al consenso della politica e c’è il nostro impegno di donarla e condividerla. C’è, nel contempo, l’esigenza di interrogarci su cos’è diventata la politica e cosa vorremmo che fosse, nel ricordo nostalgico di quella che è stata. Ci manca la politica, quella vera, quella buona.
Cateno De Luca, non so, se come mi accusi tu, ‘ho stuprato la Sicilia’, so certamente di averla amata e servita e so di amarla ancora con tutta la passione che posso e di doverla difendere da quelli come te che hanno bisogno di schiamazzare e fare vigliaccherie per procurarsi il consenso in un elettorato sfiduciato ed esasperato e poi utilizzare questo stesso consenso contro tutto e tutti. Ci vogliono i politici, quelli che difendono i valori, quelli che hanno rispetto degli elettori, quelli che hanno il senso delle Istituzioni, quelli che vogliono rappresentare la legalità e farsi carico dei bisogni della gente. Mi verrebbe da dire mutuando Tomasi di Lampedusa: Quelli furono i gattopardi e i leoni. Oggi ci sono tanti sciacalletti e iene. E tutti insieme, gattopardi, leoni, sciacalli, iene e pecore continuiamo a crederci il sale della politica. È questo il vero vostro e nostro problema esimio onorevole De Luca e caro onorevole movimentista Lombardo” conclude Cuffaro.

Non si fa attendere la risposta di De Luca a Cuffaro: sei l’anti legalità, con me presidente non ci sarà più spazio per te

“Sono inorridito dalle parole surreali di Totò Cuffaro. Al netto dell’attacco personale che mi rivolge – ma quello per me è solo una medaglia al valore della legalità e della buona amministrazione – non posso però rimanere in silenzio davanti ad affermazioni aberranti, false ed ipocrite. Totò Cuffaro come fa a definirsi un politico che ha il senso delle istituzioni, che difende i valori e che rappresenta la legalità? La legalità? Siciliane e siciliani a parlarvi è quel Totò Cuffaro condannato per mafia. Ripeto: condannato a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato alla mafia. Una persona del genere oggi dovrebbe solamente stare in silenzio e avere il rispetto di quei siciliani che sono stati governati da una persona finita in carcere per delle porcherie che nulla hanno a che fare con la legalità, con il senso delle istituzioni e i valori. La Sicilia non merita di avere ancora a che fare con gente del genere.

C’è una grande verità: Cuffaro mi attacca perché ha ben capito che sarò il prossimo presidente della Regione Siciliana e sa bene che non ci sarà spazio per gente come lui.

Ha paura del mio consenso popolare ed ha paura che io possa cambiare la Sicilia, fermando la gestione clientelare della politica, suo marchio di fabbrica.

Cuffaro sa che da presidente della Regione replicherò il modello politico amministrativo che ho già attuato nelle cinque comunità che ho  amministrato e dove ho raggiunto risultati che sono sotto gli occhi di tutti.

Ricordo a me stesso che Cuffaro aveva già dichiarato di volersi dedicare alla costruzione di nuovi ospedali in Burundi per espiare la sua colpa nei confronti della Sicilia e dei siciliani. Che fine ha fatto il suo esilio? Forse ha capito che qui in Sicilia con suo ‘compare’ Schifani può portare avanti business più redditizi?

È vero o no che Cuffaro condiziona da oltre trent’anni la Sicilia nei vari ruoli che ha avuto? È vero o no che ancora oggi grazie a Schifani continua a farlo come una sorta di presidente “ombra”?

Se oggi la Sicilia è così, è per la sua mala politica condivisa con compagni di merenda della sua pezzatura morale.

Il potere derivante dalle istituzioni per me è finalizzato a servire le comunità, ad aggiustare i disastri degli altri… e da prossimo presidente della Regione aggiusterò anche quelli che ha lasciato in eredità Cuffaro e i suoi sodali che hanno relegato la Sicilia ad essere ancora una delle regioni più povere d’Europa.

In ultimo non posso che sorridere al cospetto della citazione su Lombardo, suo trentennale alleato. Mi sembra la classica scena del bue che dice cornuto all’asino.  Parliamo dei due compagni di merenda che usano come una marionetta il presidente Schifani e che provengono dalla stessa scuola politica che viene ricordata dai posteri per lo stupro politico che ci ha lasciato in eredità”.

Lo afferma Cateno De Luca, leader di Sud chiama Nord, replicando alle affermazioni di Totò Cuffaro.