Messina, inizia da oggi il percorso di “Analisi del Tax Gap – Tassa Rifiuti”

Presente il Sindaco Federico Basile, nel corso di una conferenza stampa oggi a Palazzo Zanca, cui hanno preso parte l’Assessore con delega ai Tributi Roberto Cicala e il Direttore Generale Salvo Puccio, è stato illustrato l’elaborato “Analisi del Tax Gap – Tassa Rifiuti”, a cura dell’Assessore Cicala, che attraverso le nuove tecnologie e gli strumenti di analisi dei dati consentirà al Comune di Messina un percorso di bonifica e di aggiornamento della banca dati Tari. Ciò comporterà il conseguente inserimento di tutti gli immobili suscettibili alla produzione di rifiuti non inseriti o inseriti in maniera non corretta nella lista di carico che determina le tariffe finali dei soggetti passivi.
“Come già avvenuto in occasione dell’IMU, – spiega il Sindaco Basile – da oggi si avvia un percorso sulla TARI attraverso un’azione sinergica con l’obiettivo finale della solidarietà contributiva secondo il principio ‘del pagare tutti per pagare meno’. Lo studio dell’Assessore Cicala è stato approvato dalla Giunta municipale e dovrà fare emergere la corretta tassazione di ogni immobile ai fini TARI. Non c’è alcuna attività persecutoria da parte nostra, ma è impensabile possedere tre immobili e pagarne uno oppure gettare la spazzatura per strada. Siamo consapevoli che questo percorso sia impegnativo con un’intensa mole di lavoro, ma prevediamo di riportare la tariffa TARI ai livelli dell’anno 2018. Ogni immobile dovrà essere dichiarato nella banca dati, anche se non suscettibile, esentato perché chiuso o privo di utenze, dato che la prova della mancata produzione di rifiuti spetta al soggetto passivo, cioè al detentore stesso. Ripetiamo sempre che la semplice mancata utilizzazione, di fatto, dei locali o delle aree, che dipenda da una decisione soggettiva dell’occupante, non è sufficiente ad escludere l’obbligo della TARI. Solo così si riuscirà ad avere una tassa rifiuti distribuita equamente a tutti i possessori e/o detentori a qualsiasi titolo degli immobili”.
Il Direttore Generale Puccio, nel corso del suo intervento, ha sottolineato che “Senza i numeri raggiunti con la raccolta differenziata, ricordo a tutti che la tariffa TARI sarebbe molto più alta, cioè intorno a 600,00 euro. A Messina oggi il costo pro capite della TARI di una famiglia di 3 persone è di 440,00 euro, il nostro obiettivo è tornare ai 312 euro dell’anno di contribuzione 2018. E’ un lavoro di squadra finalizzato a far pagare chi fino ad oggi non l’ha fatto e al tempo stesso consentire una riduzione di costi a chi invece già paga la tassa Rifiuti. Per questa ragione saranno inviati dei questionari, la cui raccolta avverrà, oltre che in maniera telematica dalla piattaforma WEB, anche attraverso gli sportelli URP del Comune e quelli delle Circoscrizioni”.
L’Assessore Cicala è entrato nel dettaglio degli aspetti tecnici, evidenziando che “Risulta che circa 8mila famiglie non versano la TARI o lo fanno in modo errato. Per un’errata ripartizione del costo della TARI, quindi, dovuta ad immobili non inseriti o inseriti con dati non corretti, la tariffa è il 35% più alta della media, mentre quella non domestica è in media il 15% più bassa rispetto alla nazionale. Relativamente alle utenze non domestiche 10mila Partite Iva non sono presenti nella banca dati. Verrà pertanto notificato ad ogni contribuente, la cui scheda TARI non sia completa, la compilazione di un questionario che in effetti è la dichiarazione originaria o di variazione della TARI, in cui oltre al dato catastale dell’immobile in detenzione dovrà essere comunicata la data di inizio detenzione e l’utilizzo dello stesso, se domestico o non domestico con la categoria di appartenenza. Si procederà alla creazione di un portale WEB apposito con accesso SPID/CIE. I detentori avranno tempo 60 giorni per rispondere al questionario, che è obbligatorio farlo nei tempi e in maniera corretta, per evitare sanzioni che possono arrivare anche a 500,00 euro. Aggiornata la banca dati TARI con i dati catastali corretti degli immobili, le date di inizio detenzione, le categorie di appartenenza per l’uso non domestico e le superfici, si passerà alla fase di bonifica ed inserimento degli immobili non presenti. Gli immobili che alla fine della restituzione dei questionari non risulteranno ancora dichiarati saranno accertati per ‘omessa dichiarazione’ con la sanzione del 100% della tassa rifiuti da corrispondere. Questa attività, in sintesi, parte dagli immobili e non dai contribuenti; considerate comunque che l’individuazione dell’IMU è stata più semplice in quanto legata alla proprietà, mentre la TARI dipende dalla detenzione. Gli immobili presenti nel Nuovo Catasto Edilizio Urbano sono 212.820, di cui 14.562 non producono reddito o sono a destinazione particolare. Sono quindi 198.258 gli immobili suscettibili a produrre rifiuti, così distribuiti: 64.894 sono immobili dichiarati con dati catastali, 59.723 immobili dichiarati senza dati catastali e 73.641 gli immobili non presenti nella banda dati Tari. In considerazione che circa 5.000 di essi non producono rifiuti, il totale degli immobili di cui occorre verificare lo stato di Tassazione è 68.641, cioè almeno un terzo non dichiarati in maniera corretta o probabilmente non dichiarati. Per tutti gli immobili non dichiarati, – ha concluso Cicala – il Comune provvederà ad emettere avviso di accertamento al proprietario censito al Nuovo Catasto Edilizio Urbano, dalla data di accatastamento che non risulta prescritta”.