Messina, M5s: “Le minacce e i diktat del sindaco De Luca hanno messo sotto scacco parte del consiglio comunale”

«Le minacce, i “calci nel culo” e i diktat del sindaco Cateno De Luca hanno messo ancora una volta sotto scacco gran parte del consiglio comunale, che si è ritrovato nuovamente a votare la stessa proposta di delibera appena qualche giorno dopo averla bocciata: una “prova di forza” che da un lato certifica la totale allergia al contraddittorio da parte del primo cittadino, abituato a fare e disfare a suo piacimento, e dall’altro svela tutte le incongruenze, l’incoerenza e la pavidità di chi dovrebbe tutelare l’interesse dei cittadini senza lasciarsi condizionare dai soliti giochetti politici, dalle sculacciate sui social e dalle solite strumentalizzazioni».
Parole dei consiglieri del M5s Andrea Argento, Cristina Cannistrà, Giuseppe Fusco e Paolo Mangano, che commentano l’esito del voto sul contratto di servizio di Atm e ribadiscono la loro
“distanza siderale dal primo cittadino per contenuti, modus operandi e visione politica”.

«Il modo in cui è stata gestita tutta la vicenda dell’Atm dimostra totale confusione e approssimazione, con ovvie e allarmanti conseguenze sulle sorti di tutta la città e su quello stesso trasporto pubblico cittadino che il sindaco intendeva rivoluzionare abolendo il tram e realizzando una monorotaia volante», proseguono, mettendo sotto la lente in particolare il contenuto dell’articolo 7 del contratto e lo “spettro” di un possibile affidamento del servizio ai privati.

«Le questioni in basso sono molteplici: un contratto di servizio deliberato ma la cui efficacia è sottoposta all’intervento obbligatorio dell’Anac; una Atm in liquidazione senza più bus nonostante sia ancora in servizio; una Atm spa con i mezzi ma priva di personale e con un contratto di servizio inefficace; debiti “ballerini” che cambiano dall’oggi al domani; procedure di passaggio del personale sottoposte alle valutazioni del giudice, una società in liquidazione senza liquidatori ecc. ecc…Insomma, il caos più totale, alimentato da chi dovrebbe vigilare sull’operato dell’Amministrazione ma si comporta come se fosse affetto da una strana forma di Sindrome di Stoccolma».