Messina ordinanza “antipoveri”, Cannistrà (M5s): “Cosa intende fare la Giunta per tutelare i più deboli?”

“Comprendere in che modo l’Amministrazione intenda intervenire in merito al contrasto della povertà e alle politiche di inclusione, alla luce della recente ordinanza 190 del 15 luglio sulle “Misure a tutela alla sicurezza urbana e del decoro del centro abitato”. È uno dei due ordini del giorno che verranno discussi domani a Palazzo Zanca, nel corso della Settima Commissione “Politiche sociali”, in presenza dell’assessore al ramo Alessandra Calafiore.

“Ci confronteremo in Aula con l’esponente della Giunta De Luca – spiega la consigliera comunale del M5s, Cristina Cannistrà, presidente della Commissione – per capire quali misure stia mettendo in atto l’Amministrazione per ridurre le condizioni di disagio e di marginalità dei cittadini più poveri, considerando i contenuti della recente ordinanza sindacale che si accanisce contro le classi sociali più deboli, fra cui mendicanti e lavavetri, senza prospettare soluzioni alternative rivolte ai più bisognosi”.

“A tal proposito – prosegue – è doveroso ricordare come la precedente amministrazione avesse previsto specifici progetti per i senza fissa dimora all’interno del Pon Metro, asse inclusione sociale. La Giunta De Luca ha poi deciso di investire diversamente quei fondi, senza però prevedere soluzioni alternative ai progetti revocati”.

“La Messina che vogliamo – conclude l’esponente pentastellata – è una città accogliente e solidale, che deve garantire soluzioni concrete per ridurre le condizioni di marginalità. Comprendiamo la necessità di tutelare l’arredo urbano e di garantire la sicurezza dei cittadini, ma ciò non può giustificare politiche repressive e propagandistiche a scapito dei più indigenti, soprattutto in mancanza di soluzioni alternative che tutelino e proteggano chi ha maggior bisogno di aiuto. I problemi di Messina non sono di certo legati alle persone che chiedono l’elemosina in strada o al semaforo, che rischiano di essere le principali vittime di un’ordinanza che non tiene conto di principi fondamentali come il rispetto dei diritti umani”.