Ponte sullo Stretto e opere connesse: al Thinkingreen 2023 il confronto tra istituzioni e tecnici

L’archistar Daniel Libeskind: “Opera che celebra la bellezza del paesaggio”

All’Nh Hotel di Taormina il convegno dedicato all’opera che unirà Sicilia e Calabria. Gli interventi dei deputati Nino Germanà e Matilde Siracusano insieme a Gianfranco Saccomanno, componente della Stretto di Messina Spa. Al tavolo anche ordini professionali e imprenditori
Il ponte sullo Stretto in un’ottica di rigenerazione urbana sostenibile. Si è parlato di questo nel pomeriggio, durante la tavola rotonda tenutasi questo pomeriggio all’hotel NH Collection di Taormina. L’evento, inserito all’interno del ciclo dibatti dedicati all’ambiente “Thinkingreen”, ha visto l’intervento dei rappresentanti delle istituzioni e dei professionisti che operano in chiave green nei rispettivi ambiti di competenza.
Il momento clou della tavola rotonda è coinciso con l’analisi sul Ponte dell’archistar Daniel Libeskind, ospite d’onore. Libeskind si è soffermato sul concetto di bellezza legata all’architettura, prendendo spunto proprio dall’opera di attraversamento. “Il progetto risale a 15 anni fa e serve aggiornarlo. Ma oggi tutto è più semplice grazie alle tecnologie sempre in evoluzione. Il ponte non deve essere visto solo come un mezzo per unire due territori, ma come occasione di rilancio economico e per celebrare la bellezza del paesaggio. Penso alle opere compensative in uno scenario che verrà valorizzato anche dal punto di vista naturalistico con particolare attenzione a flora e fauna. Le critiche? Ovunque ci sono i contestatori ma poi ci si trova d’accordo davanti ad una nuova opera. Penso che sia arrivato il momento per costruire l’opera”.
Ad aprire il dibattito, moderato dal caporedattore di Economy Francesco Condoluci, l’intervento del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto. “Clima di grande entusiasmo sul ponte. Priorità assoluta, incide soprattutto su mobilità della Sicilia che paga a caro prezzo insularità. Soddisfazione vedere impegno di Salvini sull’opera, tutte le circostanze per iniziare i lavori entro il prossimo anno”.
L’impegno del governo a favore dell’opera è stato ribadito anche dal senatore Nino Germanà, segretario della commissione Ambiente di Palazzo Madama. “Ogni occasione è buona per parlare di ponte. Non a caso il ministero dell’Ambiente è anche dedicato alla Transizione Ecologica. Governo legittimato da forte volontà popolare non c’è bisogno di altri referendum per quest’opera. Il ponte è un punto programmatico del governo, Salvini non vuole metterci medaglie, ma come leader di partito scommette sull’ultima possibilità di tutto il Mezzogiorno. Un’opera choc per farci superare il gap. Il ponte oggi si farà, scenario irripetibile dal punto di vista politico”.
L’auspicio di Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia, è che l’opera possa essere intitolata a Silvio Berlusconi. “Chiamarlo ponte Silvio sarebbe un sogno, l’opera è stata sabotata perché all’epoca fu ritenuta il ponte di Berlusconi. Progetto brutalmente interrotto, ma adesso occorrerà soltanto un anno per ripartire. Merito del governo su opera così importante. Ricordo Silvio Berlusconi primo ad avviare il progetto poi bloccato, oggi realtà dei fatti ci impone di riprendere il progetto in modo serio. Il ponte è un’opera green che ridurrà l’inquinamento oggi prodotto dalle navi, unito a nuova ferrovia. Il Ponte non sarà autostrada nel deserto, investimento in tutta la Sicilia”.
La fase operativa è rappresentata dalla Stretto di Messina Spa, rinata su volontà del governo. A rappresentarla nel salotto di Taormina, Gianfranco Saccomanno componente del cda. “Sfida eccezionale, non solo opera di attraversamento ma rilancio Sicilia in ottica generale. Volontà politica per realizzarlo in tempi brevissimi rispetto a quanto siamo abituati in Italia, accogliere richiesta Europa di sviluppare il Sud. Siamo chiamati ad utilizzare con intelligenza le risorse, cercare di fare in modo che rendano al massimo, da qui necessità di correre. Al primo Cda il ministro Salvini ci ha chiesto di correre, cronoprogramma molto complesso per un progetto che va innovato perché di dieci anni fa, prima cosa che si andrà a fare è aggiornarlo. Ponte va costruito da imprese italiane per riprendere nostro primato mondiale che abbiamo perso. Col Ponte si riparte, nostre imprese possano tornare ad essere punti di riferimento. Spesso si parla senza conoscere si fanno slogan senza verificare come stanno le cose. Il mio ruolo è quello di informare e comunicare perché questo progetto riguarda tutto il Sud, bisogna condividere con amministrazioni locali. Bisogna chiudere subito Zes e alta velocità altrimenti il piano economico rischia di non essere competitivo. Il sistema economico non si regge su gommato ma soprattutto sul trasporto sul ferro. Aumentando la capacità imprenditoriali con le Zes”.
Per Saccomanno la criminalità organizzata è “solo un alibi per non fare le cose. La mafia esiste ma non possiamo certo avere paura anzi dobbiamo sfidarla, noi ci siamo sono loro a dover andare. Opera sia seguita passo passo a livello istituzionale anche per evitare qualsiasi incidente di percorso”.
Sulla necessità di rilanciare l’economia attraverso il ponte si è trovato d’accordo anche il sindaco della Città Metropolitana di Messina, Federico Basile. “Messina è sul binario giusto – ha detto Basile – spero che eventi del genere possano essere più frequenti. Il dibattito va arricchito, non si parla di un’infrastruttura utile solo a ridurre i tempi, ma per attrarre ulteriori investimenti a partire dalle infrastrutture. Messina è pronta per un’occasione fondamentale da non perdere”.
E forse è addirittura una fortuna che il ponte non sia stato costruito con la legge Obiettivo del 2001. Ne è convinta Francesca Moraci, professoressa Ordinario di Urbanistica dell’università di Reggio Calabria. “Oggi per Calabria e Sicilia e per tutto il Sud, il Ponte conviene farlo più di ieri. Rispetto a dieci anni fa, infatti, lo scenario macroeconomico è cambiato insieme agli equilibri geopolitici. C’è la possibilità affinché l’Italia acquisisca una nuova baricentricità nel Mediterraneo”.
L’impatto economico è stato ribadito anche dal presidente della Camera di Commercio Ivo Blandina, intervenuto nella seconda parte del convegno che ha poi acceso i riflettori sugli aspetti tecnici. In prima linea Ferrovie dello Stato che gioca un ruolo fondamentale relativamente al collegamento stabile e alle opere connesse. Un impegno ribadito dal presidente di Rete Ferroviaria Italiana Dario Lo Bosco in collegamento da Roma. “Basta essere osservatori dei problemi di mobilità in Europa e nel mondo per capire che il ponte ci consentirà di essere interconnessi con i grandi corridoi internazionali. Dialogo con Webuild, ferrovie, porti autostrade dovranno avere logica di sistema”.
La tavola rotonda ha visto i contribuiti degli ordini professionali e dei principali operatori economici del territorio. Il ruolo strategico degli architetti per la realizzazione dell’opera e per il suo inserimento nel contesto geografico è stato sottolineato da Anna Carulli, presidente della Fondazione Architetti del Mediterraneo. A farle da eco il presidente dell’Ordine degli Ingegneri Santi Trovato e Giovanni Caminiti, già dirigente dell’Ufficio Ponte del Comune di Messina. Entrambi hanno focalizzato l’attenzione sugli interventi infrastrutturali previsti in riva allo Stretto con Messina pronta ad una grande trasformazione dal punto di vista della mobilità sostenibile. Alcuni rendering hanno mostrato all’interessata platea i progetti più importanti relativamente a linee ferroviarie e arterie autostradali che collegheranno il centro urbano direttamente al Ponte. Su quest’ultimo punto il vicesindaco di Messina, Salvatore Mondello, in qualità di assessore alle Infrastrutture e Trasporti, ha ribadito l’importanza delle così dette “opere a terra” che cambieranno la fisionomia di Messina.
Spettatore interessato, ma con un ruolo tutt’altro che marginale, Caronte & Tourist, rappresentata al “Thinkingreen” dall’amministratore delegato Vincenzo Franza. “Da imprenditore considero il Ponte una vera sfida anche per ridurre i tempi di percorrenza delle merci su ferrovia. Oggi l’alta capacità si ferma a Marcianise, deve arrivare in Sicilia. Bisogna guardare in prospettiva futura e noi da armatori sappiamo bene che ponte e traghetti possono coesistere tranquillamente, cosa che già avviene in altre parti del mondo”.
A concludere il lungo e articolato dibattito è stato l’organizzatore Michel Curatolo. Da lui una proposta che suona come una prima sfida: “Spero che questa giornata possa servire a costruire un osservatorio permanente sul Ponte. Penso che comunicare sia la cosa più importante, soprattutto per quanto riguarda le opere compensative. Gli amministratori locali devono ricevere gli input giusti”.