Raffineria di Milazzo: la consigliera comunale Fabiana Bambaci, scrive al sindaco Midili

“Nei giorni scorsi si sono ripetuti in maniera preoccupante i fenomeni di dispersioni di fumi ed olezzi provenienti dalla Raffineria di Milazzo e tali episodi non risultano sporadici, anzi fin troppo frequenti.
Lo sviluppo delle attività industriali e la loro conduzione incidono in maniera sensibile sulla vivibilità di un territorio dove molti lavoratori vivono il futuro in uno stato di perenne incertezza, determinato da una assenza di un adeguato piano industriale di riconversione che possa garantire loro una stabilità occupazionale in prospettiva futura.
Considerato che la corretta efficienza della Raffineria riguarda tutti (cittadini, politica e territorio) e che tale problematica è stata oggetto anche di interrogazioni in Parlamento, bisogna monitorare continuamente che la Raffineria di Milazzo svoga la sua l’attività per la produzione di combustibili, carburanti e materie prime per la petrolchimica, sottostando a stringenti parametri di contenimento dell’impatto ambientale e per la salute dei cittadini, ma soprattutto a severi e continui controlli.
Ogni abitante dell’hinterland milazzese conosce la molteplicità di diversi episodi particolarmente rilevanti, come l’incendio di notevoli dimensioni sviluppatosi nel settembre 2014, a causa di un serbatoio contenente idrocarburi, lo sversamento di idrocarburi del 7 marzo 2018, e le colonne di fumo sollevatesi ripetutamente nei giorni scorsi e comunque durante tutto l’anno in maniera quasi ciclica.
Tutti i Milazzesi ormai vivono con grande preoccupazione la presenza di tale impianto, del quale oltre a sopportare gli impatti odorigeni dovuti all’elevata concentrazione di composti organici volatili, denunciando come detto il continuo verificarsi di incendi e rilasci di idrocarburi sul territorio compreso il tratto di mare antistante l’impianto.
Il rapporto nazionale “sentieri” del giugno 2019, nella sezione “malformazioni”, ha rilevato come il “numero di nati da madri residenti nel sito di Milazzo nel periodo 2010- 2015 è stato di 2.235. Nel periodo in studio sono stati osservati complessivamente 117 casi di malformazioni congenite (MC), con una prevalenza di 523,5 per 10.000 nati, superiore alla prevalenza media regionale”. In particolare, sono risultate “superiori al numero di casi attesi le MC del cuore, dei genitali e degli arti”. Sempre nello stesso studio si può constatare come “Alcune patologie con evidenza a priori di associazione con esposizioni ambientali del sito mostrano eccessi che meritano di essere evidenziati, visti anche i risultati di studi precedenti. In particolare, gli eccessi osservati di patologie a carico dell’apparato respiratorio, riscontrati in massima parte nella popolazione femminile”.
In diversi studi a livello statistico dimostrano inoltre uno smisurato incremento delle patologie tumorali a carico dei cittadini, connesse alla elevata concentrazione cancerogena a cui sono esposti e che persino il comparto agro alimentare risulta negativamente condizionato dalle emissioni nocive immesse dalla Raffineria di Milazzo, che attualmente costituisce un problema e non una risorsa e saremo noi a rispondere in favore dei nostri figli.
È necessario instaurare un dialogo costruttivo al fine di rendere sicuro il nostro territorio dal punto di vista ambientale, non mettendo in ogni caso a repentaglio i livelli occupazionali. Urge l’istituzione di un tavolo tecnico fra l’amministrazione, i vertici della Raffineria di Milazzo, i rappresentanti dell’Asp, i rappresentanti dell’ARPA, i sindacati, ed i comitati cittadini nel tempo sorti al fine di monitorare lo svolgimento delle attività della RAM e valutarne l’impatto ambientale, per la tutela della salute, primario obiettivo e diritto costituzionalmente garantito.
Tale tavolo tecnico dovrà “accompagnare” la riconversione della Raffineria, pur mantenendo l’occupazione esistente, ma nell’obiettivo di recupero e ripristino del nostro territorio, che deve anelare il ruolo di polo turistico e fiore all’occhiello della Sicilia.
Bisogna dunque convocare con urgenza  un consiglio comunale straordinario ove dovranno essere presenti il Sindaco, l’Assessore con delega ai rapporti con le industrie, i vertici della Raffineria di Milazzo, i rappresentanti dell’ASP, i rappresentanti dell’ARPA, i sindacati dei lavoratori RAM.
Il tutto al fine dell’istituzione di un tavolo tecnico e di un osservatorio (avente ogni componente delle categorie prima indicate) al fine di monitorare costantemente l’impatto ambientale della Raffineria di Milazzo, verificare il rispetto delle misure imposte dalla normativa vigente, adottare ogni idonea misura al fine di ridurre al minimo l’incidenza sul territorio delle attività petrolchimiche.
Inoltre i dirigenti della RAM dovrebbero relazionare in merito agli episodi verificatisi nei giorni scorsi di ingente dispersione di fumi e cattivi odori, provenienti dalla Raffineria e  i dirigenti della RAM dovrebbero anche relazionare in merito agli investimenti futuri della struttura, alla messa in sicurezza degli impianti ed al piano industriale anche a livello occupazionale e di tutela dell’ambiente.