Messina, servizio cambio medico nelle Circoscrizioni, Gioveni: “Si utilizzi il personale ASU”

“Perché non affidare al personale ASU il servizio di cambio medico all’interno delle Circoscrizioni?”.

E’ questa la proposta che il consigliere comunale Libero Gioveni lancia sia all’ASP che all’Amministrazione dopo i primi tavoli che si stanno facendo nel tentativo di seguire la strada delle Circoscrizioni per evitare le vergognose e chilometriche file per il cambio del medico curante.

L’idea – spiega Gioveni – nasce dalla conclamata carenza di personale operante (sia nelle Municipalità sia nella stessa ASP), visto che sembra essere questo l’ostacolo maggiore.

I lavoratori ASU (ossia quelli che si occupano da più di 20 anni di “Attività Socialmente Utili”) come è noto sono dei precari pagati dalla Regione che potrebbero e dovrebbero essere impiegati nelle pubbliche amministrazioni, ma che spesso – prosegue il consigliere – vengono lasciati a svolgere il loro servizio nelle cooperative.

Tra l’altro proprio nell’ultimo periodo – ricorda Gioveni – vi sono state anche delle legittime prese di posizione di alcune organizzazioni sindacali che reclamano la stabilizzazione (anche parziale) di questi lavoratori nelle pubbliche amministrazioni in deroga per l’anno 2020, limitatamente alle risorse previste dalla Legge 160/2019 e fatta salva la richiesta di un contributo straordinario alla Regione a cura dell’Ente assumente, così come previsto da una legge regionale del 2016.

Quale migliore occasione quindi??

Ma anche se non si dovesse procedere al momento alla stabilizzazione – precisa il consigliere comunale – il Comune e la stessa ASP avrebbero tutto il diritto di attingere da questo personale praticamente a costo zero, con gli immaginabili riflessi positivi che questa operazione genererebbe nei servizi al cittadino.

Auspico, pertanto – conclude Gioveni – che Comune o ASP (o entrambe) possano sinergicamente trovare la “quadra” anche valutando l’opzione ASU relativamente al personale da utilizzare nelle Circoscrizioni, che già da sé nel 21° secolo, nell’era piena di internet, come soluzione doveva essere scontata, se non addirittura superata.