Operazione “PORTO FRANCO”, la mani della mafia sugli appalti pubblici, arrestati esponenti “Cosa Nostra”

I Carabinieri hanno eseguito a Taormina, a Castiglione di Sicilia (Ct), e nella Repubblica Federale Tedesca, attraverso il coinvolgimento dei canali di cooperazione internazionale di Polizia,  un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Messina su richiesta Dda  di Messina, nei confronti di Rosario Russo, 28 anni, originario di Castiglione di Sicilia (Ct), e  Francesco Confalone, 36 anni originario di Malvagna (Me) con l’accusa di tentativo di estorsione. I due sono considerati elementi di spicco del clan “Ragaglia-Sangani”, affiliato alla consorteria “Laudani” ed egemone nella frazione nord-orientale dell’area sub-etnea. Il provvedimento nasce dalla denuncia del titolare di un cantiere di una società di Paternò (Ct) che si era aggiudicata l’appalto pubblico (per un importo di 630.332,36 euro) relativo ai lavori di completamento della circonvallazione del centro abitato di Malvagna (ME).
Nella denuncia l’imprenditore affermava di aver trovato una bottiglia di plastica contenente del liquido infiammabile, un accendino ed un biglietto minaccioso con scritto “Cercati un amico buono di corsa” .
I militari tramite intercettazioni ambientali e telefoniche risalivano ai due che, con modi sempre più insistenti, chiedevano soldi all’imprenditore. Infine anche le comparazioni grafiche svolte sul  foglio lasciato da due criminali, condotte con perizia e meticolosità dagli esperti della Sezione di Grafica del Ris, hanno permesso di stabilire con massima precisione che l’autore dello  fosse proprio Russo.