Corruzione, bufera su AST azienda trasporti siciliana, scoperte gare truccate e truffe nella società della Regione

Fra gli indagati il messinese Felice Maria Genovese, 53 anni, revisore contabile del bilancio Ast

I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 9 persone indagate a vario titolo per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato.

Un indagato,  il direttore generale dell’azienda, Andrea Fiduccia, 71 anni, si trova agli arresti domiciliari e a otto sono state notificate la sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio e il divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per un anno, sono: Interdizione di pubblico ufficio per 12 mesi per Maria Carmelo Gaetano Tafuri, 51 anni, ex presidente del consiglio di amministrazione Ast, il messinese Felice Maria Genovese, 53 anni, revisore contabile del bilancio Ast; Giuseppe Carollo, 62 anni, componente ufficio legale e affari generali di Ast. Divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi per Alessio Porzi, 62 anni, amministratore di fatto della società Porzimark srls di Cannara (Pg); Alberto Carrotta, 68 anni, amministratore di fatto della società Officine del turismo srl, poi ALC 14 srl di Palermo; Massimo Albanese 46 anni, referente della società Officine del turismo srl (poi ALC 14 srl) di Palermo; Mario Salbitani, 37 anni, referente della società IN.HR. Agenzia per il lavoro srl di Potenza; Giuseppe Telesca, 46 anni, referente della società IN.HR. Agenzia per il lavoro srl di Potenza. Complessivamente gli indagati sono 16. Le indagini, condotte dagli specialisti del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo – Gruppo tutela spesa pubblica, hanno riguardato l’Ast che svolge il servizio di trasporto pubblico locale, sia a livello urbano che interurbano. Secondo la Guardia di Finanza la gestione societaria da parte dei vertici dell’azienda sarebbe stata “superficiale e privatistica”.
La dirigenza dell’Ast avrebbero violato inoltre le norme sulla trasparenza pubblica con la complicità di alcuni imprenditori, turbando diverse procedure di appalto come quelle sull’acquisto di pneumatici, a danno di altri possibili fornitori, sull’approvvigionamento di autobus aziendali, attraverso il ricorso alla procedura negoziata, sull’affidamento del servizio di revisore contabile e sulla fornitura di servizi per le fasi di startup di una compagnia aerea.