Disperata protesta di un commerciante messinese: “Lo sciopero della fame finché non venga risolta la mia situazione”

Nella tranquillo villaggio di Santo Stefano di Briga, situato nel cuore della provincia di Messina, si staglia un dramma personale che riflette le difficoltà e le ingiustizie che talvolta affliggono il tessuto sociale italiano. Aloisio Antonino, un piccolo commerciante di 52 anni, ha deciso di intraprendere uno sciopero della fame a oltranza a partire dal prossimo lunedì 12 febbraio 2024, in segno di protesta contro le difficoltà che ha incontrato nel tentativo di mantenere in vita la sua attività e garantire un sostentamento per sé e i suoi due figli minori.

La sua vicenda, tragica e toccante, ha inizio nel febbraio del 2022, quando la sua amata moglie Salvina è stata vittima del Covid-19, seguita poco tempo dopo dalla perdita dei suoi genitori. Questa serie di lutti ha colpito duramente la famiglia di Aloisio, lasciandolo solo con la gestione della tabaccheria di famiglia, unica fonte di reddito per lui e i suoi figli.

Tuttavia, le difficoltà non finiscono qui. La rivendita, precedentemente intestata alla moglie defunta, è soggetta a complicazioni burocratiche che hanno impedito ad Aloisio di continuare l’attività senza interruzioni. Il monopolio ha fatto il passaggio di nome, ma le autorità locali hanno negato l’agibilità del locale, adducendo motivazioni di abusivismo, nonostante attività commerciali siano state svolte nello stesso spazio per decenni prima della sua gestione.

La ricerca di una soluzione alternativa si è rivelata altrettanto infruttuosa. Nonostante gli sforzi e il supporto di geometri e tecnici, Aloisio non è riuscito a trovare un altro locale adeguato per trasferire la sua attività. Il Comune, pur dimostrando comprensione per la sua situazione, non è stato in grado di offrire né una proroga né una soluzione concreta.

L’impotenza di fronte a questa situazione ha spinto Aloisio ad assumere una decisione estrema: lo sciopero della fame a oltranza, che inizierà davanti al Municipio di Messina il prossimo lunedì. La sua protesta pacifica mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità competenti sulla sua difficile condizione e a ottenere finalmente una soluzione adeguata per sé e per i suoi figli.

La storia di Aloisio Antonino è un grido di disperazione che mette in luce le lacune del sistema burocratico e amministrativo italiano, che talvolta si dimostra incapace di assistere adeguatamente i cittadini in situazioni di emergenza e disagio. La sua determinazione nel difendere i suoi diritti e il sostegno della comunità saranno fondamentali per portare avanti questa battaglia per la giustizia e la dignità umana.

In un Paese che si vanta di valori di solidarietà e giustizia sociale, è imperativo che storie come quella di Aloisio non vengano ignorate o dimenticate. La sua lotta è la lotta di tutti coloro che si trovano a fronteggiare ingiustizie simili, e solo attraverso un impegno collettivo e una volontà politica reale si potrà sperare in un cambiamento significativo.

Ci auguriamo che le istituzioni competenti prendano atto di questa situazione e agiscano prontamente per trovare una soluzione che rispetti la dignità e i diritti fondamentali di Aloisio Antonino e della sua famiglia.