Messina, gestione Palacultura, Gioveni: “si valuti la revoca in autotutela dell’avviso”

“URGE un confronto in Aula sulla gestione del Palacultura per capire quali possano essere i benefici oppure gli svantaggi per l’affidamento della struttura ai privati e per valutare l’opportunità di revocare in autotutela l’avviso di assegnazione!”

Il consigliere comunale Libero Gioveni, capogruppo di Fratelli d’Italia, richiama l’attenzione sull’avviso pubblicato dalla Patrimonio S.p.A. con scadenza il prossimo 15 luglio per la concessione a titolo oneroso del palazzo della cultura “Antonello da Messina” di viale Boccetta, con particolare riferimento alla sala Palumbo da 140 posti, alla sala Rappazzo da 70 posti, al fojer, all’arena Cicciò e ad un locale da adibire a punto ristoro.

Non intendo entrare nel merito adesso della scelta dell’Amministrazione fatta attraverso la sua partecipata – spiega Gioveni – però è fuor di dubbio il fatto che non aver coinvolto il Consiglio Comunale o la commissione consiliare competente per una eventuale condivisione politica, la ritengo quanto meno poco rispettosa del ruolo dell’Aula che sul Palacultura ha approvato anche un apposito Regolamento con delibera n. 124/C del 10 luglio 2019, poi modificato negli artt. 2, 3 e 7 con delibera n. 10/C del 17 gennaio 2022.

E se da un lato la mia obiezione scaturisce da ragioni di opportunità – prosegue il consigliere – dall’altra non può non essere generata anche dalla preoccupazione che l’avviso pubblico dalla società Patrimonio, una volta definito con l’assegnazione a terzi, possa anche essere in qualche modo impugnato per contrasti col contenuto del Regolamento nell’assegnazione degli spazi e dei relativi canoni, visto che quando il Regolamento è stato partorito non si faceva riferimento ad eventuali future concessioni o gestioni privatistiche, né tanto meno alla stessa Patrimonio S.p.A.

Basti pensare – insiste l’esponente di FdI – che andrebbero rivisti gli articoli del Regolamento sui soggetti ammessi all’uso (art. 3), sulle modalità di concessione (art. 4), sul canone (art. 5) e su tutto quanto possa essere giudicato in contrapposizione con quanto stabilito invece dall’avviso pubblico.

Sarebbe pertanto auspicabile – conclude Gioveni – che prima ancora di procedere alla definitiva assegnazione degli spazi a società o enti che potrebbero anche in qualche modo avere contenziosi futuri con Palazzo Zanca, si proceda prima all’adeguamento o modifica del vigente Regolamento sull’utilizzo del Palacultura in funzione di una sua possibile gestione privatistica.