Messina, ministro per la famiglia Eugenia Roccella presenta il suo libro “una famiglia radicale” al Museo Regionale

“Questo libro racconta la storia della mia famiglia, che era abbastanza scombinata e all’avanguardia rispetto quello che è stato il mainstream della nostra epoca. Tuttavia era ancora una famiglia.
Lo ha detto Eugenia Roccella ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità oggi al Museo regionale a Messina per presentare il suo libro “una famiglia radicale”. Volevo – ha aggiunto il ministro ministro – ricordare in particolare mio padre, il ruolo che ha avuto nella cultura laica del nostro Paese, anche se io poi proprio grazie ad alcune sofferenze che ha provocato questo modo di vivere, ho preso tutt’altra strada. Era una famiglia all’avanguardia rispetto a quello che oggi è il senso comune, il modo di vivere normale che invece allora era un’eccezione. Ad esempio io non dovevo essere battezzata quando negli anni ‘50 tutti i bambini venivano battezzati. Anche la storia del mio avvicinamento al mondo cattolico è stata molto personale perché a casa si respirava un clima fortemente laico, anticlericale e anche un po’ antireligioso. L’avanguardia che in quel momento era il partito radicale e la mia famiglia che era all’interno di quell’ambiente e di quella cultura, poi poi è diventata mainstream. È diventata la cultura di tutta la Sinistra, di tutti gli ambienti dello spettacolo, delle organizzazioni internazionali”. Quindi quella che era ancora una cultura di minoranza, anche con elementi di trasgressione rispetto alla cultura dell’epoca, è diventata quasi un’imposizione, il pensiero dominante e anche il pensiero unico come a volte si dice”.

“Da questo libro vorrei che emergesse il mio grande amore per la Sicilia, anche se sono nata a Bologna e ho questa appartenenza, questa la sento come la mia patria” prosegue il ministro che a Messina ad attendere fuori dal museo ha trovato un gruppo di giovani dell’associazione ‘Non una di meno Messina che hanno esposto uno striscione dove era scritto “Libere di abortire felicemente”. “Mi piaceva – ha aggiunto Roccella -quel modo di vivere che c’era nella provincia siciliana di quegli anni che era un modo molto comunitario, di una mescolanza tra persone diverse, classi sociali, età che per sono state un imprinting importante. Poi il messaggio che vorrei che emergesse è che la libertà che è importantissima, resto una liberale innamorata della libertà, deve essere sempre coniugata con il senso di responsabilità. Mentre oggi questa cultura dei diritti che viene molto sostenuta non ha più un bilanciamento con il senso di responsabilità nei confronti degli altri, della comunità, del bene comune”.