Messina, Picciotto (Confcommercio): “Delusione nella Camera di Commercio e bisogno di un Cambiamento Radicale”

“Credevamo che la Camera di Commercio fosse un ente che si occupasse delle attività economiche del territorio cercando di potenziare e migliorare la competitività delle aziende. Svolgendo un ruolo di rappresentanza degli interessi delle imprese locali e promuovendone lo sviluppo.” a parlare il Presidente di Confcommercio Messina Carmelo Picciotto che prosegue;

“Pensavamo che la Camera di Commercio svolgesse un ruolo di orientamento e supporto alle imprese, fornendo servizi di consulenza e formazione, nonché agevolazioni e finanziamenti per favorire lo sviluppo delle attività economiche locali. Infine, pensavamo che promuovesse la collaborazione tra le imprese, e tra queste e gli enti pubblici, al fine di favorire lo sviluppo del territorio e la creazione di opportunità di lavoro. Purtroppo, per vari motivi, in questi anni lo sviluppo e il benessere del tessuto economico e sociale del territorio non c’è stato nella nostra provincia. E ci siamo resi conto che i dati che la stessa Camera di Commercio di Messina ha fornito nel 2022 presentano una fotografia desolante della nostra realtà. Posti di lavoro che si perdono, economia più fragile e condizioni precarie del tessuto sociale. Ed è sempre più allarme sui dati che riguardano le imprese in provincia di Messina, dove da aprile a giugno del 2022 hanno chiuso 1768 attività, a fronte di 652 aziende aperte. Un saldo negativo con meno 1.116 imprese, contro quello positivo, registrato nello stesso periodo del 2022 con un + 387. In maggior sofferenza sono commercio e costruzioni. Oltre fattori esterni come la crisi globale, il Covid, la mancata strutturazione e digitalizzazione delle aziende, ci sono tuttavia altri fattori che sicuramente indicano tra i responsabili anche la governance della Camera di Commercio che non ha messo in piedi ancora quell’organizzazione tale da garantire i servizi, la formazione e le attività di cui parlavamo all’inizio. Ecco quando le cose vanno male in un’azienda si tagliano i premi di produzione, e se è il caso, i manager si tagliano i compensi, invece anche nell’ente camerale, nonostante la complicata situazione del bilancio non lo permettesse, si è provveduto al ripristino di quei compensi che per qualche anno non erano stati previsti. Premesso che può essere anche giusto retribuire perfino 200 mila euro in più anni, circa 40000 euro ogni anno, chi guida un ente prestigioso come la Camera commercio, è altrettanto auspicabile aspettarsi migliori soluzioni per le imprese, maggiori servizi, ottima formazione, e adeguata pianificazione per aiutare a sviluppare meglio ad ognuno il proprio business. Saremmo più contenti di pagare compensi più alti alla governance, ma vorremo farlo non perché è previsto o perché per legge è così, ma perché i risultati del management sono stati così straordinari da soddisfare tutti. In alcuni casi, visto alcuni contesti, qualcuno potrebbe anche ripensarci e rinunciare a prendere questi compensi anche se giusti e previsti, io farò così rinunciando alle mie 1500 euro l’anno come consigliere della Camera di Commercio dandoli ad alcune imprese in difficoltà. Ci tengo a precisare che purtroppo non ero presente alla votazione per impegni lavorativi, ma se ci fossi stato, come Tripodi della UIL, avrei votato contro l’aumento” conclude Picciotto.