Scuola di Eccellenza in Giornalismo Scientifico, ecco i temi da proporre alla comunità accademica e alle istituzioni locali [VIDEOINTERVISTE]

“Dagli argomenti sin qui trattati in seno alla Scuola di Eccellenza in Giornalismo Scientifico, promossa dall’Università di Messina, sono emersi spunti di grande interesse che possono validamente concorrere al dibattito in corso sull’importanza di dover promuovere una cultura scientifica rivolta a tutti e di dover comunicare non solo i risultati ma anche le metodologie seguite al fine di concorrere alla formazione di una cittadinanza scientifica che porti a scelte maggiormente consapevoli; molte delle soluzioni prospettate dai relatori su alcuni temi specifici sono sufficientemente mature da poter essere proposte alla comunità accademica e alle istituzioni per una valutazione ampia e condivisa”.
Lo ha detto il prof. Salvatore Magazù, ordinario di Fisica, commentando alcuni degli spunti durante la Scuola di Eccellenza in Giornalismo Scientifico avviata lo scorso lunedì presso le sedi del Polo Papardo e di Villa Pace dell’Università di Messina; un’esperienza che rientra tra quelle nelle quali l’Ateneo di Messina e l’Accademia Peloritana dei Pericolanti premiano ogni anno i propri studenti più meritevoli attraverso percorsi formativi esclusivi.
“Tra i temi specifici, affrontati sotto forma di confronto tra prodotti scientifici e prodotti del giornalismo scientifico, -ha aggiunto Magazù – i cambiamenti climatici, la vita in condizioni estreme, l’intelligenza artificiale e la proposizione di un codice valutativo condiviso tra le comunità dei giornalisti e scienziati per ostacolare le fake news.
Il tema dei cambiamenti climatici, tema di sempre più pressante attualità che coinvolge svariati aspetti del rapporto uomo-scienza-natura, a questo riguardo è stata ricordata la figura del meteorologo Paul Jozef Crutzen, vincitore, insieme a Frank Sherwood Rowland e Mario Molina, del Premio Nobel per la Chimica nel 1995 per «gli studi sulla chimica dell’atmosfera, in particolare riguardo alla formazione dell’ozono». Il modo con cui il fenomeno fu affrontato costituisce un valido esempio di terza cultura: scienza, mass media e politica, grazie al protocollo di Montreal, hanno permesso in un paio di decadi di tornare ad una situazione di normalità”. “In questo quadro di riferimento – ha detto ancora Magazù -, la Dr.ssa Maria Teresa Caccamo, ha analizzato le differenti modalità con cui viene presentato, al grande pubblico, da un lato, e alla comunità scientifica, dall’altro, l’apporto che può venire da organismi estremofili che vivono in condizioni estreme. Si è parlato, in particolare, di criptobiosi (dal greco kriptos, i.e. “nascosto” e/o “rivestito”, e bios, i.e. “vita”) che fa riferimento a quei particolari stati in cui alcuni organismi in condizioni ambientali estreme mantengono livelli non rilevabili (nascosti) delle proprie funzioni metaboliche”. Superfluo ribadire che lo studio di questi processi interessa molteplici, e assai diversi, ambiti applicativi: dalla conservazione, a temperatura ambiente, di organi espiantati, al mantenimento dell’integrità funzionale e metabolica di organismi biologici, alla conservazione di alimenti, etc… È opportuno ricordare a questo riguardo un estremofilo isolato tra i sedimenti dell’isola di Vulcano, il Pyrococcus furiosus che vive a temperature anche superiori a 110°C. Ancora una volta, il tema è stato trattato dal punto di vista scientifico, giornalistico, artistico e vignettistico.
In riferimento all’intelligenza artificiale stiamo assistendo a una rivoluzione paradigmatica nel nostro modo di pensare e di agire in ogni settore, anche in quello scientifico. Va da sé che questi strumenti possono generare informazioni fuorvianti, sia intenzionalmente, che a causa di improprie forme di uso dei dati. L’inerente e sottesa preoccupazione è che si passi ad una previsione senza comprensione dei fatti e che si rischi di vivere sempre più in bolle-filtro cuciteci addosso da algoritmi che da un lato propinano prodotti che fanno sentire nella propria confort-zone; ne consegue, pertanto, che viene ostacolato ogni reale dialogo fatto di confronto”.
“Infine – conclude Magazù – l’importanza della comunicazione scientifica è fondamentale: il sistema dei media sarà costretto a prendere atto, così come la comunità scientifica e le istituzioni che compongono la società, poiché viene chiesto a tutti di assolvere a un nuovo ruolo nella società democratica della conoscenza.”.

Intervista prof Salvatore Magazù responsabile scientifico scuola eccellenza giornalismo scientifico

Intervista Romolo Sticchi responsabile trasmissione Pixel su Rai 3