Cgil Messina: Il Rapporto di Save the Children Evidenzia in città una Preoccupante Dinamica di Esclusione Sociale

Il recente rapporto di Save the Children ha messo in luce una situazione allarmante che purtroppo non sorprende chi è familiarizzato con la realtà del territorio messinese. I quartieri con la più alta concentrazione di giovani tra 0 e 19 anni sono anche quelli in cui si manifestano gravi fattori di svantaggio, tra cui bassi livelli di istruzione e disoccupazione. Questa situazione conferma la totale incapacità, e forse anche disinteresse, nel contrastare una crescente dinamica di emarginazione ed esclusione sociale che continua a imprigionare i giovani.

La povertà economica, che colpisce oltre la metà della popolazione messinese con redditi inferiori a 15.000 euro all’anno, si traduce in povertà educativa, con un impatto negativo sui percorsi scolastici dei giovani e una maggiore difficoltà nel trovare un impiego per coloro con bassi livelli di istruzione. Questo porta a una percentuale del 40% di giovani NEET (Not in Education, Employment, or Training) nella fascia di età 15-34, i quali subiscono le conseguenze di un sistema che non ha tenuto conto delle loro esigenze sin dall’infanzia.

La situazione dei servizi educativi e scolastici per i bambini di età compresa tra 3 e 36 mesi è altamente critica. Messina registra un ritardo significativo in questo settore, e le promesse non mantenute hanno negato diritti fondamentali ai bambini. Attualmente, ci sono solamente 5 asili nido comunali che coprono 128 posti, a cui si aggiungono 142 posti nel settore privato, raggiungendo una percentuale del 5,74% rispetto alla domanda potenziale.

La Cgil Messina solleva domande sul destino dei finanziamenti destinati all’aumento dei posti negli asili, inclusi i 900.000 euro dal PAC Infanzia 2017, i 500.000 euro dal FESR per la creazione di nuovi asili, e i 2 milioni dal Masterplan per la costruzione di ulteriori asili. La situazione è aggravata dalla mancanza di notizie sui progetti previsti nell’Agenda Urbana a Villaggio CEP e Granatari. La Cgil Messina chiede spiegazioni sul ritardo nell’apertura dell’asilo nel rione Taormina, finanziato con 856.000 euro dal PNRR.

La Legge 234/2021 ha messo a disposizione del Comune di Messina oltre 1,1 milioni di euro per aumentare il numero di posti negli asili comunali, ma sembra che queste risorse non siano state utilizzate. Questo dimostra un evidente disinteresse verso i diritti dei bambini di accedere a un ambiente di apprendimento e formazione, che potrebbe offrire opportunità altrimenti inaccessibili e sottolinea anche l’importanza di consentire alle donne di cercare e mantenere un lavoro in un contesto in cui le opportunità lavorative per le donne sono limitate.

La Cgil Messina evidenzia che il potenziamento dei servizi per i minori contribuirebbe a contrastare la dinamica demografica di invecchiamento della città, con un rapporto di 200 anziani ogni 100 giovani.

In conclusione, la Cgil Messina sottolinea l’importanza di utilizzare in modo efficace e responsabile le risorse pubbliche per promuovere lo sviluppo e l’inclusione sociale, riducendo le disparità tra le diverse aree geografiche del Paese. La prospettiva di autonomia differenziata rischia di accentuare queste disuguaglianze e dovrebbe essere affrontata con attenzione.