“Il malato immaginario” un grande classico con Emilio Solfrizzi al Vittorio Emanuele [FOTO]

La fuga dalla realtà, l’ipocrisia e la disonestà sono alcuni dei temi che Molière ha voluto affrontare in questa commedia. Argante trascorre il suo tempo a cercare malattie inesistenti per non affrontare “i dardi dell’atroce fortuna”. Sembra quasi che il malato immaginario abbia più paura di vivere che di morire e il suo rifugiarsi nella malattia non sia nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che l’esistenza gli mette davanti. Cercano di approfittare di questa mania la sua seconda moglie che vorrebbe essere nominata unica erede, i vari medici che Argante consulta e il farmacista.

Guglielmo Ferro in questa versione della commedia adatta e dirige Emilio Solfrizzi nei panni di Argante, il protagonista ed il suo rifugiarsi nella malattia non è nient’altro che una fuga dai problemi, dalle prove che l’esistenza ti mette davanti. Argante, è vittima di sé stesso e burattino di chi gli sta intorno. La comicità di cui è intriso il capolavoro di Molière viene così esaltata dall’esplosione di vita che si fa tutt’intorno ad Argante e la sua continua fuga attraverso rimedi e cure di medici improbabili che creano situazioni esilaranti.

Sull’intera rappresentazione brilla la sensibilità e l’acutezza della regia che firma un opera attenta e precisa, eppure leggera e aperta verso l’esterno, al servizio degli attori e rivolta al pubblico che apprezza con lunghi minuti di applausi finali.