La lingua Siciliana ad un bivio, per l’Unesco è a rischio “estinzione”

Si mobilitano diciotto associazioni per salvare la lingua siciliana da morte certa.
A Palermo il grido d’allarme in occasione del primo convegno dell’AUCLIS (Associazioni Unite per la Cultura e la Lingua Siciliana).

Nella “Sala Mattarella” del Palazzo Reale, sede dell’Ars, è stata illustrata da Davide Liotta il programma portato avanti da qualche mese da un gruppo di “volontari” innamorati della lingua siciliana.

Non casuale la data dell’incontro, prestabilito in occasione della Giornata internazionale della lingua madre, istituita dall’UNESCO per promuovere le lingue materne e il multilinguismo

Prima di entrare nel vivo dell’evento il saluto, tramite videomessaggio, del parlamentare europeo Corrao quindi i saluti in presenza dei deputati regionali Giambona, De Luca e Gilistro.

Il convegno, dal titolo “Come valorizzare la lingua siciliana? 10 proposte operative” – è stato animato anche da interventi di poeti e artisti.
Un pomeriggio di lavoro intenso, caratterizzato da interviste online realizzate da AUCLIS con sei linguisti esperti nella tematica e tutti concordi sullo status di “lingua” e non dialetto del siciliano.

Molto apprezzato l’intervento in diretta del prof. Michal Belina, linguista dell’Università di Varsavia che ha invitato tutti gli isolani a cogliere ogni occasione per parlare il siciliano senza che ci si debba vergognare di non saperlo fare in modo adeguato poiché “l’unico siciliano mal parlato – ha ricordato il docente – è il siciliano non parlato”.

I rappresentanti delle associazioni (di cui una Argentina ed una dello Stato del Texas) hanno dunque descritto le 10 proposte operative che rappresentano le possibili misure da adottare in un quadro di pianificazione linguistica volta alla rivitalizzazione della lingua e alla sua “normalizzazione”.
“L’intero pacchetto programmatico – ha ricordato il coordinatore Davide Liotta – è stato già trasmesso a ciascuno dei 70 deputati dell’ARS e si attendono adesso le risposte della Politica, quella alta e nobile”.
Le 18 associazioni che hanno dato vita all’iniziativa hanno quindi provveduto a sottoscrivere un Manifesto per la promozione della lingua siciliana, ideato e predisposto da Aurelio La Torre, dirigente della Presidenza del Consiglio, “al fine di canalizzare in modo strategico e strutturato le migliori energie indirizzate alla promozione della lingua siciliana” come ha spiegato lo stesso dirigente di origine messinese in videoconferenza da Roma.
Prima della chiusura della giornata di studio i rappresentati dell’AUCLIS hanno quindi ribadito di “essere già al lavoro per continuare l’azione nel territorio unitamente a coloro, politici in testa, che sentono l’urgenza e la drammaticità del momento per salvare la lingua siciliana. Le nostre proposte – ha concluso Liotta – rappresentano il primo passo per un cambio di approccio sul patrimonio del quale il siciliano è portatore. Siamo convinti che l’approccio di tipo pianificato che proponiamo sia l’unico valido per fare della nostra lingua un idioma normale e per rivitalizzarlo, quello che vogliamo – ha concluso a nome delle associazioni – è che il siciliano venga considerato con il rispetto dovuto e che possa essere tutelato e trattato senza pregiudizi sociali e ideologici, alla stregua di altre lingue come il sardo o il friulano”

COMUNICATO UNESCO

Più del 45% delle circa 7.000 lingue del mondo sono a rischio di estinzione e ogni due settimane una lingua scompare per sempre, portando con sé un intero patrimonio culturale e intellettuale.
Inoltre, solo alcune centinaia di lingue sono inserite nel sistema educativo e meno di un centinaio sono utilizzate nel mondo digitale.
Per questo l’Unesco celebra il 21 febbraio la ‘Giornata della lingua madre’, adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, per evidenziare il ruolo delle lingue nella promozione dell’inclusione e nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Secondo l’Unesco, infatti, “ogni lingua è anche un riflesso di una cultura, in particolare le lingue delle minoranze e dei popoli indigeni, svolgono un ruolo vitale nel preservare la nostra ricca diversità culturale globale. Consentono la trasmissione della cultura, dei valori e dei saperi tradizionali, nonché la promozione di un futuro sostenibile”.
“Quando le lingue si estinguono insiste l’Unesco – svanisce anche la diversità culturale che è la ricchezza dell’umanità.
Con le lingue rischiano di andare perdute anche le tradizioni, la memoria collettiva e i modi unici di pensare ed esprimersi, tutte risorse preziose per un futuro migliore”. Come sottolinea inoltre la direttrice dell’Unesco, Audrey Azoulay, “Imparare nella propria lingua madre è una condizione essenziale per il successo scolastico. Si rafforza l’autostima, si risveglia la curiosità del bambino fin dalla tenera età e si facilitano le capacità cognitive”.
Iniziando l’istruzione nella lingua madre dello studente e introducendo gradualmente altre lingue, le barriere tra casa e scuola vengono superate, facilitando un apprendimento efficace.
Attualmente, invece, il 40 per cento della popolazione mondiale non ha accesso all’istruzione nella propria lingua madre, una cifra che supera il 90 per cento in alcune regioni. L’Unesco insiste, infine, sull’importanza dell’accesso all’ informazione nella lingua di propria padronanza per l’emancipazione di tutti. Per questo l’agenzia dell’Onu è impegnata a promuovere il multilinguismo su Internet, così come sulle onde radio. Ad oggi oltre il 90% dei contenuti online esiste solo in una dozzina di lingue dominanti. L’obiettivo della Giornata della lingua madre è dunque garantire che tutti abbiano le stesse opportunità di apprendimento e di informazione.