Messina, peculato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale: tre medici sospesi dal servizio

Alle prime ore del mattino i Carabinieri della Compagnia di Messina sud hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di tre misure interdittive della sospensione dall’esercizio della professione sanitaria, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Messina su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 3 medici ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di peculato e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
Le attività investigative condotte dai Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Messina Sud hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti dell’ex primario dell’U.O.C. di Neurochirurgia dell’Ospedale “Papardo” di Messina, il dott. Francesco Salpietro, (l’attuale dirigente medico di Neurochirurgia del Papardo è completamente estraneo ai fatti, come precisato tra l’altro con una nota dallo stesso nosocomio, riportata in basso, relativa al comunicato diffuso dalle forze dell’ordine) e di un dirigente medico, Concetta Alafaci, del locale U.O.C. di Neurochirurgia del “Policlinico Universitario G. Martino” di Messina, destinatari della sospensione dall’esercizio della professione sanitaria di un anno, in merito a violazioni della normativa in materia di attività libero professionale intramuraria realizzate attraverso l’espletazione di visite specialistiche, sia presso gli studi interni dei rispettivi ospedali che in laboratori esterni siti in Canicattì (AG) ed Agrigento, richiedendo e ricevendo per le stesse pagamento in contanti, omettendo di rilasciare ricevuta e senza versare all’Azienda Sanitaria la percentuale dovuta in base al rapporto di esclusività d’impiego con la struttura pubblica d’appartenenza.
Contemporaneamente le indagini hanno coinvolto anche il primario dell’U.O.C. di Neurochirurgia del Policlinico di Messina, il dott. Antonino Germanò, destinatario della sospensione dall’esercizio della professione sanitaria per mesi sei, il quale, con l’ausilio di un’infermiera Filomena Turchi, del citato reparto e attraverso l’utilizzo del sistema informatico ospedaliero, incrementava la propria percentuale di visite ambulatoriali, in realtà mai effettuate, al fine di continuare a percepire un’indennità economica quest’ultima subordinata alla parità tra attività istituzionale e attività intramuraria.

A norma della Legge 47/1948 e della Legge 416/1981, in merito al suddetta notizie la Direzione Generale A.O. Papardo ha chiesto la pubblicazione della seguente rettifica:

“In riferimento all’articolo sulle indagini che ipotizzano i reati di peculato e falso ideologico a carico di alcuni medici (pubblicato in data 28/10/2021) si specifica che nessuno degli indagati risulta ad oggi dipendente dell’A.O. Papardo o convenzionato con essa.
Nella Unità Semplice Dipartimentale di Neurochirurgia non risultano pertanto in atto dipendenti dell’azienda o convenzionati con essa sottoposti a indagini giudiziarie.”