Messina, svuotacantine improvvisati cedevano mobili da smaltire per cuocere il pane, denunce e sequestri

La Sezione Ambientale della Polizia Municipale, istituita dall’assessore Dafne Musolino al fine di contrastare l’abbandono di rifiuti in città e coordinata dall’Isp. C. Giacomo Visalli: durante il controllo del territorio una pattuglia del reparto rinveniva una catasta di mobili che recava un codice di ritiro ingombranti apparentemente rilasciato da Messinaservizi. Insospettiti dal numero di mobili (Messinaservizi ritira massimo 3 pezzi per volta e in questo caso erano molti di più) veniva eseguito un ulteriore controllo e così si apprendeva che il codice ritiro faceva riferimento al prelievo di un frigorifero in un’altra via della città: in sostanza si erano appropriati del codice per non insospettire la Polizia Municipale di fronte a quella catasta di mobili, ma gli è andata male! Sono quindi scattate le indagini, perlustrata la zona veniva individuato un appartamento, da poco liberato, e dal dato catastale si risaliva facilmente all’improvvisato imprenditore che si era preso in carico i mobili per smaltirli. Chiamato a giustificare l’utilizzo del codice ritiro falso, l’improvvisato imprenditore riferiva agli Agenti della Sezione Ambientale di aver conferito presso la piattaforma di Messinaservizi il resto dei rifiuti ma la sua versione non convinceva gli agenti che continuavano a indagare scoprendo che oltre ai mobili accatastati sul marciapiede ed etichettati con un finto codice, anche altri materiali erano stati portati via dall’appartamento con un furgone preso a noleggio. Veniva quindi rintracciata l’agenzia di noleggio il cui responsabile riferiva agli Agenti che quel furgone noleggiato era stato oggetto di un singolare incidente che lo aveva gravemente danneggiato poiché era rimasto incastrato sotto un ponte del centro cittadino. Perlustrata la zona del sinistro gli agenti ritrovavano, all’interno di un capannone abbandonato, il resto dei mobili, smembrati ed accatastati pronti per essere riutilizzati…. come legna da ardere in un forno per cuocere il pane che sarebbe finito sulla tavola degli ignari consumatori!
Scattava dunque il blitz: questa mattina gli agenti del Reparto Ambientale e della sezione di Polizia Amministrativa coordinati dall’Isp. C. Giuseppe Cifalà , con la collaborazione degli Ispettori Ambientali, sono entrati in azione all’alba, avvolti da una nuvola di fumo denso e maleodorante proveniente dalla canna fumaria del panificio, cogliendo in flagranza il titolare panificio che era intento ad alimentare il forno per la panificazione con i mobili provenienti dall’appartamento frantumati ma ancora ben riconoscibili da dettagli quali maniglie, inserti, bugnature, laccature e vernici di colori particolari che non lasciavano dubbio alcuno sulla loro provenienza. Per l’improvvisato imprenditore e per il panettiere trasgressore delle norme igienico-sanitarie è scattata la denuncia all’Autorità Giudiziaria per la violazione dell’art. 256 del Decreto Ambiente D.Lgs 152/06 e art. 5 legge 283/62, mentre il capannone contenente l’incredibile quantità di mobilia ed il forno sono stati sottoposti a sequestro giudiziario.