Scandalo appalti all’Università di Messina: Indagini su Presunte Irregolarità Coinvolgono Ex Rettore Cuzzocrea e Attuale Direttore Generale Bonanno

La fase di indagini preliminari ha portato all’identificazione di otto soggetti indagati in relazione agli appalti presso l’Università di Messina. L’atto conclusivo delle indagini è stato notificato all’ex rettore Salvatore Cuzzocrea, all’attuale direttore generale dell’ateneo Francesco Bonanno e a sei imprenditori. La Procura ha enfatizzato tre concetti-chiave in tutti e nove i capi d’imputazione: “appalto sopra soglia”, “ribasso del 25%” e “mancanza dei requisiti previsti”.

La svolta nelle indagini è stata guidata dalla seconda inchiesta sulla gestione di Cuzzocrea all’Università di Messina, in particolare sui rilievi espressi dall’Anac nell’aprile 2022 riguardo alla gestione degli appalti, delle forniture e dei servizi per l’ateneo peloritano. Va notato che un’altra indagine sul “caso rimborsi”, più recente temporalmente e correlata alle dimissioni di Cuzzocrea nell’ottobre 2023, è ancora in corso.

L’atto conclusivo delle indagini, redatto dal procuratore vicario Rosa Raffa in collaborazione con la sostituta Francesca Bonanzinga, ipotizza reati quali turbativa d’asta in concorso e falso del pubblico ufficiale per gli otto indagati. Oltre agli esponenti principali dell’ateneo, sono coinvolti sei imprenditori, tra cui Daniele Zenna, Raffaele Olivo, Giuseppe Cianciolo, Santo Franco, Michelangelo Geraci e l’ex sindaca di Brolo Rosaria Irene Ricciardello.

Il nucleo dell’inchiesta si concentra sui rilievi mossi dall’Anac nel 2022 riguardo a “inadempienze e irregolarità negli appalti banditi dall’Università di Messina”. Gli appalti contestati riguardavano lavori di efficientamento energetico, restauro conservativo, riconversione di residenze universitarie e affidamenti di forniture e servizi. La Procura sostiene che vi sia stata una presunta “regia a due” tra Cuzzocrea e Bonanno, con la complicità degli imprenditori, che avrebbe portato a una gestione irregolare degli appalti.

La chiave di volta dell’accusa è il concetto di “appalto sopra soglia”, indicando che per tali lavori di notevole entità finanziaria sarebbe stata necessaria una gara regolare anziché un “affidamento diretto”. La Procura sostiene anche che la maggior parte delle imprese avrebbe dichiarato un ribasso del 25% sulla carta, mentre alcune non soddisfacevano i requisiti richiesti dalla normativa per tali lavori. Inoltre, si rileva la mancanza di trasmissione di documenti per via peculiare, contrariamente a quanto dichiarato nei verbali delle sedute del Consiglio di Amministrazione.

L’accusa di falso del pubblico ufficiale rivolta a Cuzzocrea e Bonanno si basa sulla presunta fornitura di una rappresentazione falsa dei fatti durante le riunioni del Consiglio di Amministrazione e attraverso la fatturazione materiale degli atti amministrativi, allo scopo di evitare una gara pubblica per gli appalti. La Procura, con le indagini affidate ai Carabinieri del Nucleo Investigativo, ha esaminato cinque appalti specifici, coinvolgendo diverse imprese e importi significativi.

Il procedimento giudiziario è in corso, e la Procura prosegue nell’analisi dettagliata dei fatti al fine di stabilire la validità delle accuse mosse contro gli indagati.