Messina, confermata la condanna a 22 anni per l’untore Luigi De Domenico

La sentenza di primo grado è stata confermata in Appello per Luigi De Domenico, condannato a 22 anni di reclusione nel processo bis per il tragico caso dell'”untore”. De Domenico, 59 anni, è stato accusato di omicidio volontario per la morte della sua compagna, una stimata avvocata messinese di 45 anni, a cui ha trasferito la sieropositività senza mai rivelarlo.

La Corte d’Assise ha ratificato la sentenza pronunciata lo scorso 13 giugno, confermando così la condanna per omicidio volontario nei confronti di De Domenico. La vittima, affetta dall’AIDS, non ha avuto modo di ricevere cure adeguate poiché non era a conoscenza della propria condizione, ignorando completamente le cause della sua malattia. La donna è deceduta in seguito a atroci sofferenze, mentre il suo compagno non ha mai confessato la verità.

Questo processo rappresenta il secondo giudizio nei confronti di De Domenico, dopo che il primo verdetto, anch’esso di 22 anni di reclusione, era stato annullato in Appello nel dicembre 2022. Tale annullamento era stato determinato dalla questione dei giurati che avevano superato i 65 anni d’età. Tuttavia, la decisione della Cassazione su un caso simile a Palermo ha stabilito che per i giurati delle corti d’Assise conta il momento della designazione e non quello della sentenza, superando così l’ostacolo.

Gli avvocati della famiglia della vittima hanno accolto con misurata soddisfazione la conferma della condanna, sottolineando che non è nei loro principi gioire per la condanna di un essere umano. Tuttavia, ritengono che questa decisione renda giustizia alla memoria della loro cara, pur consapevoli che il dolore della perdita non potrà mai essere completamente lenito.

Il terzo grado di giudizio, cui l’imputato ha diritto, sarà affrontato dalla famiglia della vittima senza timori che l’esito possa essere sovvertito, pronti a far valere la memoria della loro amata e a perseguire la giustizia nel rispetto della legge.