Scandalo Corruzione Appalti a Messina: arrestato Maurizio Croce

Nella giornata odierna, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Messina ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di tre individui coinvolti in presunti casi di corruzione legati all’aggiudicazione e all’esecuzione di appalti promossi dal Commissario di Governo per il dissesto idrogeologico in Sicilia, Maurizio Croce. Due di questi individui, Maurizio Croce e Francesco Carmelo Vazzana, sono stati destinatari della misura degli arresti domiciliari, mentre il terzo Giuseppe Capizzi, sindaco di Maletto, è soggetto alla misura interdittiva della capacità di contrarre con la Pubblica Amministrazione.

L’indagine ha preso avvio da un controllo ordinato dal Prefetto di Messina e condotto dal Gruppo Interforze, finalizzato a prevenire infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici. Tale controllo è stato eseguito presso il cantiere dei lavori di riqualificazione ambientale e risanamento igienico del torrente Cataratti-Bisconte e opere simili nel Comune di Messina.

Emergono le responsabilità di un individuo, gestore e rappresentante dell’impresa esecutrice dei lavori, già coinvolto in precedenti indagini sul traffico di influenze illecite legate alla mafia. Ulteriori approfondimenti hanno evidenziato accordi illeciti tra funzionari pubblici e il gestore dell’impresa per favorire quest’ultimo in cambio di favori vari, quali lavori edili su abitazioni private e pagamento delle tasse universitarie per uno dei funzionari.

Il vertice della struttura commissariale Maurizio Croce è coinvolto in una vicenda di finanziamenti illeciti ricevuti per la campagna elettorale da parte dell’imprenditore, mascherati come transazioni commerciali sull’appalto pubblico. Queste azioni influenzano i costi dell’appalto stesso.

Il rappresentante dell’impresa ha anche elargito regali e servizi per incentivare la corruzione, tra cui un orologio Rolex e lavori di ristrutturazione in un negozio di abbigliamento.

Su richiesta del vertice della struttura commissariale, l’impresa ha eseguito lavori per una struttura ricettiva privata, complicando ulteriormente la questione.

In conseguenza dei molteplici illeciti attribuiti al rappresentante legale della società affidataria dell’appalto pubblico, sono stati altresì contestati alla stessa compagine privata gli illeciti di cui al decreto legislativo 231 del 2001 (Responsabilità amministrativa dell’impresa derivante dalla commissione di reati dei propri amministratori o dipendenti).

Durante le indagini, è stata sventata una truffa consistente nel ridurre il numero di pali nel progetto per ottenere pagamenti ingiustificati e nel falsificare lo smaltimento dei rifiuti, per i quali si richiedeva il rimborso.

Sono in corso sequestri per oltre 230 mila euro, compreso il valore dell’orologio regalato.

Ricordiamo che gli indagati sono da considerarsi presumibilmente innocenti fino a una sentenza definitiva e che il processo sarà condotto in modo trasparente e imparziale.