Maxiprocesso Nebrodi: Accusa chiede 26 conferme e 62 riforme della sentenza di primo grado

La requisitoria nel maxiprocesso Nebrodi, focalizzato sulla mafia dei pascoli che coinvolge i clan tortoriciani dei Batanesi e dei Bontempo Scavo, ha visto il sostituto procuratore generale Giuseppe Lombardo delineare il quadro accusatorio. Questo intervento ha concluso il cerchio dopo le precedenti dichiarazioni dei sostituti della Dda Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti.

La richiesta dell’accusa comprende globalmente 26 conferme della sentenza di primo grado, 62 riforme e altre disposizioni, tra cui 2 dichiarazioni di prescrizione e 5 pene concordate. Complessivamente, sono 95 gli imputati coinvolti nel processo d’appello.

La sezione penale di secondo grado, presieduta dal giudice Francesco Tripodi e composta dai giudici Antonino Giacobello e Daria Orlando, si trova adesso ad affrontare le argomentazioni dell’accusa rappresentata dal procuratore generale Lombardo e dai sostituti Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti.

Tra i punti contestati in appello figurano le assoluzioni parziali e totali emesse nella sentenza di primo grado, nonché alcune decisioni relative alle confische. In particolare, l’accusa sottolinea l’importanza di considerare il gruppo dei Faranda come un’associazione mafiosa organica ai Bontempo Scavo, mentre il tribunale di Patti lo aveva classificato come un’associazione a delinquere semplice.

Il maxiprocesso Nebrodi, avviato nel marzo 2021 e culminato con la sentenza di primo grado il 31 ottobre 2022, si concentra sulle truffe agricole perpetrate dai clan dei Batanesi e dei Bontempo Scavo. La sentenza di primo grado ha comportato 600 anni di carcere e oltre 4 milioni di confische, con 91 condanne e 10 assoluzioni. La richiesta di appello riflette il tentativo di affrontare e correggere le valutazioni della sentenza precedente, in un processo che ha rilevanza storica per la lotta contro la criminalità organizzata nel territorio.